Raccontare una porta 

Lo showroom Lualdi di Foro Buonaparte 74 a Milano riapre al pubblico come nuovo spazio monomarca, frutto di un restyling che interpreta l’anima più moderna e internazionale dell’azienda.

La location è la medesima, l’ex Teatro Olympia, un luogo caro alla Milano dei primi del ‘900, che da anni ospita il brand Lualdi.

1 AGOSTO 2021

È proprio dal teatro come luogo di racconto che prende il via il concept studiato dall’architetto Piero Lissoni, Art Director dell’azienda e fautore del progetto: “L’ex Teatro Olympia è un luogo che per sua stessa natura si presta alla narrazione.

Per il nuovo allestimento non abbiamo fatto altro che rispettare l’anima di questo luogo, trasformandolo in una scenografia teatrale, pronta a fare da sfondo a storie sempre nuove. In questo contesto le porte coprono funzioni diverse: protagoniste o completamente nascoste, danno vita ad una sequenza di ambienti in una sorta di labirinto artistico”.

Il nuovo ingresso dello showroom, con il suo lungo corridoio che conduce verso la corte interna, diventa un luogo di accoglienza, facendo immergere da subito il visitatore in un’esperienza che racconta la tradizione e l’expertise del brand. Si accede poi al cuore dello spazio espositivo, di circa 500 metri quadrati, in cui emerge una prima area con due moduli attrezzati, su cui una vasta gamma di porte e divisori si sviluppa verticalmente.

Ci si sposta poi progressivamente verso gli spazi più caratterizzanti dell’esposizione, in cui i prodotti del brand prendono vita in veri e propri ambienti: dal living al bagno, dall’home office alla cucina.

Tale scelta ha permesso all’azienda non solo di ambientare realisticamente le singole referenze mostrandone quindi funzionalità ed estetica già in fase espositiva, ma anche di sperimentare finiture, stili e inedite combinazioni, a testimonianza della capacità del prodotto Lualdi di influenzare e definire sinergicamente le architetture degli spazi.

La configurazione dello showroom guida dunque il visitatore lungo un percorso in cui si snoda un racconto, facendolo interagire fisicamente ed emotivamente con gli oggetti. “Raccontare una porta – spiega del resto Piero Lissoni – è una cosa seria. La porta è una cosa seria. Un oggetto misterioso che ci porta da una dimensione ad un’altra, da un ambiente a un altro. Non si tratta di un semplice buco nella parete: la porta è un elemento carico di significati, un’entità vera che controlla e cura lo spazio”.

  • Tale scelta ha permesso all’azienda non solo di ambientare realisticamente le singole referenze mostrandone quindi funzionalità ed estetica già in fase espositiva, ma anche di sperimentare finiture, stili e inedite combinazioni, a testimonianza della capacità del prodotto Lualdi di influenzare e definire sinergicamente le architetture degli spazi.

    La configurazione dello showroom guida dunque il visitatore lungo un percorso in cui si snoda un racconto, facendolo interagire fisicamente ed emotivamente con gli oggetti. “Raccontare una porta – spiega del resto Piero Lissoni – è una cosa seria. La porta è una cosa seria. Un oggetto misterioso che ci porta da una dimensione ad un’altra, da un ambiente a un altro. Non si tratta di un semplice buco nella parete: la porta è un elemento carico di significati, un’entità vera che controlla e cura lo spazio”.

E lo è ancora di più per Lualdi, che con le porte e i sistemi divisori ha saputo reinventare gli spazi, creando nuovi possibili scenari dell’interior. Lo sviluppo di soluzioni integrate nelle architetture e lo studio sui materiali pongono Lualdi al di là della tradizionale e codificata produzione di porte, rendendola quindi una realtà unica da raccontare.

“Sentivamo la necessità di uno spazio che potesse rappresentare l’azienda, facendo emergere la tradizione e i valori che caratterizzano tutti i nostri prodotti – racconta Alberto Lualdi, CEO. “L’obiettivo era quello di comunicare un vero e proprio concetto di lifestyle che caratterizza l’offerta Lualdi, fondata su quella flessibilità produttiva che ha sempre mosso l’attività dell’azienda”. Una flessibilità che si traduce in realizzazioni custom, servizio personalizzato e soluzioni su misura e che ha consentito a Lualdi di diventare negli anni un interlocutore privilegiato degli studi di architettura e di costruire una rete di distribuzione capillare internazionalmente: oggi il brand si distingue infatti non solo nel settore residenziale, ma anche in quello dei grandi progetti contract.

“Abbiamo pensato al nuovo showroom come ad una vetrina internazionale sui prodotti e sulla filosofia dell’azienda – racconta Pierluigi Lualdi, Direttore Marketing e Responsabile della Divisione Contract. Più che uno spazio, un percorso, che racconti a tutti i nostri stakeholder il concetto dell’abitare secondo Lualdi, con soluzioni in grado di coniugare ricerca, tecnologia, artigianalità e personalizzazione”.

E se da una parte Lualdi volge lo sguardo al futuro oltrepassando i confini nazionali, dall’altro resta ben salda alle sue origini e a Milano, città alla quale è legata intrinsecamente e a cui deve l’origine del suo successo, come racconta Olga Lualdi, Responsabile Comunicazione: “Milano ha per il brand un forte valore simbolico perché la nostra storia come azienda di design è nata e si è sviluppata grazie allo stretto legame con gli architetti fautori della ricostruzione cittadina a partire dagli anni ’50, in particolare Luigi Caccia Dominioni, esponente di quello stile milanese che ha segnato la storia del design e dell’architettura della seconda metà del ‘900. Prodotti come la LCD62 o diversi anni più tardi la porta Super sono proprio i simboli di quella svolta industriale che nel corso degli anni si è raffinata, si è evoluta, decretando l’ingresso dell’azienda nel mondo del design”.

Welcome, la collezione di Philippe Starck per Lualdi 

L’anima del progetto, concepito per il mondo dell’Hotellerie, è costituita dal sistema di accessori – maniglia, segnapasso e numero, a cui si aggiunge il tablet – che prende vita sull’anta. La porta si trasforma quindi in un vero e proprio strumento “di servizio”, deputato al riconoscimento dei volti, al riscaldamento degli ambienti, all’invio di messaggi, all’accoglienza e alla protezione.

15 GIUGNO 2021

È proprio dal teatro come luogo di racconto che prende il via il concept studiato dall’architetto Piero Lissoni, Art Director dell’azienda e fautore del progetto: “L’ex Teatro Olympia è un luogo che per sua stessa natura si presta alla narrazione.

Per il nuovo allestimento non abbiamo fatto altro che rispettare l’anima di questo luogo, trasformandolo in una scenografia teatrale, pronta a fare da sfondo a storie sempre nuove. In questo contesto le porte coprono funzioni diverse: protagoniste o completamente nascoste, danno vita ad una sequenza di ambienti in una sorta di labirinto artistico”.

Il nuovo ingresso dello showroom, con il suo lungo corridoio che conduce verso la corte interna, diventa un luogo di accoglienza, facendo immergere da subito il visitatore in un’esperienza che racconta la tradizione e l’expertise del brand. Si accede poi al cuore dello spazio espositivo, di circa 500 metri quadrati, in cui emerge una prima area con due moduli attrezzati, su cui una vasta gamma di porte e divisori si sviluppa verticalmente.

Ci si sposta poi progressivamente verso gli spazi più caratterizzanti dell’esposizione, in cui i prodotti del brand prendono vita in veri e propri ambienti: dal living al bagno, dall’home office alla cucina.

Il risultato è una collezione futurista, che immagina e interpreta un nuovo modo di concepire gli ambienti dell’Hospitality attraverso una visione avanguardistica, capace di anticipare le richieste di un settore per sua natura molto dinamico.

Commenta Phillippe Starck: “La porta è un elemento vitale che utilizzo molto nei miei progetti. Una porta non è un oggetto, è un momento, un’azione, l’inizio di una storia. Una porta è sempre straordinaria perché unisce due lati, due mondi. Una porta è un mistero, un dramma, un’opera.”